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E cosa si beve insieme? Aiuto, non voglio fare una figuraccia!
Una panoramica delle abitudini più o meno rigorose, serie e maliziose dei giorni nostri.
I comportamenti – intesi come buone maniere - sono spesso una questione di fortuna. A volte ci si mette di mezzo anche la sfortuna, ad esempio quando una lumaca scivola dalla pinza nel piatto di altri. Oppure quando il nocciolo di un’oliva, di una ciliegia o di qualsiasi altro frutto a nocciolo cade sulla nostra camicia, come fosse stato sparato da chissà dove con una catapulta. Anche il barone Adolf “Freiherr“ von Knigge, pioniere del galateo, nel suo famoso libro sulle buone maniere da adottare chiuse un occhio e scrisse: "Non essere schiavo dell'opinione che gli altri hanno di te, sii indipendente! In fin dei conti, perché preoccuparsi del giudizio del mondo intero quando stai semplicemente facendo ciò che devi fare?”
Gli attenti camerieri dei Vinum Hotels Südtirol non sono soltanto altamente qualificati, ma si prendono anche cura di trattare gli ospiti secondo l’usanza tipicamente altoatesina.
Anche agli ospiti degli alberghi di lusso, a tavola dovrebbe essere permesso – in accordo con il barone von Knigge - di spennare, succhiare, fare “la scarpetta”, sbriciolare e inzuppare senza troppi problemi…
Molto in voga in questo periodo, tra i giovani ma non solo, sono i banchetti caratterizzati da un servizio informale durante i quali ad un gruppo di persone, anche abbastanza numeroso, viene servito contemporaneamente lo stesso menu. Nei Vinum Hotels Südtirol, solitamente il cibo viene disposto con cura e servito direttamente su piatti singoli.
In passato - ci dicono i camerieri più anziani ed esperti con una strizzatina d'occhio – si tendeva, invece, a servire il cibo su vassoi dai quali gli ospiti si servivano da soli. Quando salse e contorni venivano portati in tavola, spesso tra i commensali volavano gomitate e spintoni. E sono probabilmente queste scene ad aver ispirato il cantautore tedesco Reinhard Mey a scrivere la famosa “Die Heisse Schlacht Am Kalten Büffet”, una ballata che ironizza sulle “battaglie” tipiche dei buffet:
"Durante la calda battaglia al buffet freddo, lì l'uomo conta ancora come un uomo
E occhio per occhio, aspic per gelatina, qui si vedrà chi può combattere, evviva
E qui si mostra chi può combattere
Lì i coltelli scintillano e le stoviglie rimbalzano con forza elementare
u teste e corpi, e fuori dal groviglio un cameriere cerca di scappare..."